I gatti e le streghe, binomio demoniaco?
Fin dal medioevo i gatti sono associati nelle numerose leggende popolari europee alla figura delle Streghe. Il gatto di colore nero purtroppo ha sempre avuto un posto d’onore in queste leggende.
Le streghe erano “individuate, cacciate ed uccise” insieme ai loro gatti considerati i loro aiutanti o famigli. La caccia ai gatti e streghe si svolse dal 1000 al 1700 in Europa. Con il termine famiglio derivante dal latino famulus si intendevano le persone al servizio dei feudatari. Questa crudele caccia alle streghe cessò con l’avvento dell’illuminismo e probabilmente i gatti hanno rischiato l’estinzione. I gatti furono sterminati in quanto si credeva che erroneamente fossero portatori di malattie come la peste. In realtà si scoprì in un secondo momento che i portatori di malattie non erano i gatti ma i topi.
Ma il gatto, come altre creature legate alle streghe come ad esempio gufi, furetti, cornacchie, rospi fu in seguito definito famiglio inteso come demone minore con a capo una Strega. Secondo una leggenda dell’epoca le donne anziane si trasformavano in donne gatto vampire per nutrirsi di sangue umano.
Papa Gregorio IX, Italia
La Chiesa cristiana guidata da Papa Gregorio IX nel 1233 acconsentì ad uno sterminio di gatti di ogni colore in quanto erano classificati come animali demoniaci, diabolici e malvagi. Il Papa emanò la bolla Vox in Rama in nome di Dio. I gatti erano giustiziati arsi o scorticati vivi, crocifissi, gettati da grandi altezze come campanili oppure bastonati fino alla morte.
Papa Innocenzo VII in Germania
Papa Innocenzo VIII (1484-1492) tramite la bolla papale Summis desiderantes, emanata nel 1484 condannò streghe e stregoni dando inizio alla caccia alle streghe in Germania sterminando e torturando orribilmente molte persone innocenti. Anche in Germania avere contatti con dei gatti era segno di stregoneria. Ma anche utilizzare e possedere una scopa era un atto di stregoneria, pulire non era consono per l’epoca. Fu vietato alla popolazione di utilizzare bagni e lavarsi. I gatti erano considerati creature malefiche perchè si pulivano troppo bene e troppo spesso.
In Europa la notte di San Giovanni i gatti, rinchiusi in ceste di vimini, venivano bruciati nelle piazze delle città. Le ceneri dei gatti erano sparse per la città in quanto portavano fortuna.
I gatti e le streghe in Francia
In Francia era molto radicata l’usanza di incidere una croce sul dorso dei gattini appena nati, per evitare la loro trasformazione in streghe in età adulta.
Le origini della leggenda:
Probabilmente le origini del binomio demoniaco strega e gatto nero deriva dalle abili capacità di sopravvivenza dei gatti. I gatti sono in grado di cadere sulle quattro zampe senza ferirsi da grandi altezze e si mormorava che i gatti avessero poteri paranormali e fossero in grado di parlare con le Streghe. I gatti neri si mimetizzavano bene al buio lasciando intraveder solo occhi luminosi, vedevano al buio e il colore nero, della notte, era definito il colore del Male.
Nel periodo storico tristemente noto per la caccia alle streghe le persone, soprattutto le donne, che possedevano come animale domestico un gatto nero oppure nutrivano i gatti randagi erano, senza troppi giri di parole, condannate per stregoneria. Interagire in qualsiasi modo con i gatti era una prova che la persona compisse atti di stregoneria. Invece gli uomini erano considerati pagati, quindi era necessario sterminarli, nel momento in cui di essere omosessuali oppure se diversamente abili e se la loro linea di pensiero discostava da quello della Chiesa.
Il gatto è il Diavolo?
Sempre secondo le leggende del folclore europeo e la Chiesa il gatto nero era proprio il Diavolo. Si dice anche il Diavolo utilizzasse il mantello di un gatto nero per mimetizzarsi nella notte.
Infine sempre secondo il folclore popolare un gatto murato o sepolto vivo sotto le mura di un’abitazione ne garantiva la solidità. Inoltre un gatto ucciso dopo il raccolto portava prosperità al contadino. Un gatto arso vivo e il fumo emesso dal fuoco proteggeva il bestiame dalle malattie.
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