Scoperto lo yeti marino nel Pacifico
Incrocio fra granchio e aragosta.
Unico nella sua categoria.
20 marzo 2006
Un’animale a metà tra un granchio e un’aragosta, con le chele ricoperte di lunghi peli bianchi.
E’ quello che si è presentato agli occhi di un gruppo di biologi marini statunitensi lo scorso anno. Mentre osservavano i fondali marini nel Sud del Pacifico a 2.300 metri di profondità e a qualche chilometro di distanza dall’Isola di Pasqua hanno incontrato lo yeti marino.
Unico nella sua categoria.
La scoperta è particolare perché questa volta il crostaceo è talmente unico da aver diritto addirittura a una famiglia tassonomica tutta sua. Sebbene ogni anno vengano classificate numerose nuove specie marine questa scoperta è particolare.
Secondo le analisi genetiche, condotte da Michel Segonzac dell’Istituto Francese per l’Esplorazione del Mare (Ifremer), il Dna dell’animale è così particolare da non poter essere accomunato con nessuna altra specie conosciuta.
La famiglia è stata chiamata Kiwaida, in onore di Kiwa, la divinità dei crostacei secondo la mitologia polinesiana.
Scoperto lo yeti marino nel Pacifico
E’ cieco come una talpa.
L’altra particolarità della Kiwa hirsuta – come è stata chiamata – è quella essere completamente cieca. Gli scienziati sospettano che riesca ad orientarsi grazie proprio alle setole delle sue chele.
Ancora però non è completamente chiara la funzione di questi grossi peli. Qualcuno ritiene che i peli possano servire a coltivare batteri di cui l’animale si potrebbe nutrire.
In alternativa fa qualche pasto più luculliano. Visto che Segonzac ha osservato la Kiwa hirsuta combattere con due granchi per assicurarsi un pezzo di gustosissimo gamberetto.
Fonte:
Curiosità:
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