Teschi di cristallo le rivelazioni
Una leggenda americana vuole che esistano 13 teschi di cristallo.
Si narra che questi teschi racchiudano al loro interno informazioni sulle origini e il destino della razza umana. Inoltre un giorno riveleranno il loro sapere.
Il mistero dei teschi di cristallo è nato attorno alla metà dell’ottocento, nel momento in cui iniziarono a comparire questi oggetti.
I loro scopritori li dichiarano reperti archeologici e ne attribuirono un’origine precolombiana.
Infatti resoconti dettagliati sulle modalità dei loro ritrovamenti non esistono.
Il teschio “Mitchell-Hedges” è Il più famoso e meglio realizzato:
Nella storia fornita da Frederick Albert Mitchell-Hedges e della diciassettenne figlia adottiva Anna nel 1927 il manufatto è stato rinvenuto durante una spedizione a Lubaantun che si trova nell’Honduras Britannico.
Fu proprio quest’ultima a trovare il teschio mentre scavava tra le rovine della città. Sempre lei tre mesi dopo a qualche metro di distanza dal punto in cui giaceva il teschio trovò la mandibola.
Qualcuno dubita che la giovane Anna abbia preso parte ad una spedizione simile infatti la veridicità della storia è spesso messa in dubbio.
Altri teschi noti sono quello conservato al British Museum dal 1897.
Uno è quello dello Smithsonian Institution donatogli nel 1992 e vi è quello del Musée du quai Branly a Parigi. Il resto dei teschi è in possesso di collezionisti privati.
Teschi di cristallo le rivelazioni:
analisi in laboratorio
Nel 1970 sul teschio Mitchell-Hedges nei laboratori della Hewlett-Packard (attuale HP), i migliori nella ricerca sui cristalli.
Emerse solo che il teschio era stato ricavato da un unico blocco di quarzo e la datazione del blocco fu impossibile.
Il British Museum e la Smithsonian Institution nel 1996 analizzarono i teschi. Dal laboratorio del British Museum emersero elementi sufficienti per dedurne l’origine.
In Messico improbabile vi sia una fonte rocciosa abbastanza grande da poter produrre un cristallo del genere.
Molto probabilmente il luogo d’origine del materiale è il Brasile.
Anche la levigatezza presenta delle anomalie, nei manufatti aztechi si presenta più dolce. La superficie dei teschi è ruvida come quando si utilizzano le moderne apparecchiature di levigazione.
Le prove più schiaccianti sull’origine di tali manufatti è venuta fuori analizzando la loro superficie con un microscopio ad elettroni. E’ stato preso anche un calco in resina.
Ciò che è emerso da questa ultima analisi sono stati degli impercettibili sengi di graffi rotatori frutto di strumenti di modellazione a ruota. Si tratta però di strumenti inesistenti nell’America pre-colombiana ogni teschio analizzato dava il medesimo risultato.
I manufatti probabilmente furono realizzati in Germania e nell’antiquario francese Eugène Boban è stato trovato l’artefice del traffico di questi falsi.
Conclusioni
Attualmente pare più che ovvia l’origine di tali teschi che a prescindere da essa resteranno sempre delle stupende e suggestive opere d’arte.
Gli appartenenti alle correnti New Age rifiutano comunque di credere ai risultati scientifici.
Questo tipo di corrente resta dell’idea che i teschi siano originali e dotati di facoltà in grado di liberare il potenziale nascosto della nostra mente.
Articolo scritto da:
Fabio Di Stasio
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