Scozia il mistero del pianoforte sul monte
16/05/2006
GLASGOW, Scozia
Come ha fatto ad arrivare fin lassù?
E’ quello che si domandano gli abitanti dei monti Grempiani, rimasti letteralmente esterrefatti alla vista di un grande pianoforte in cima a una montagna.
A ritrovare lo strumento sulla vetta del Ben Nevis, la montagna più alta del Regno Unito (1344 metri), i ragazzi di un’associazione ambientalista.
I giovani, infatti, stavano ripulendo la zona, quando hanno avvistano un oggetto di grandi dimensioni sulla cima.
Avvicinandosi hanno capito di cosa si trattava: un piano forte in “carne e ossa”. Sotto lo strumento, una scatola di biscotti datata 1986.
Una bravata per deridere qualcuno? Un messaggio più preciso? Un’opera d’arte d’avanguardia? Chissà.
Scozia il mistero del pianoforte sul monte
E’ noto che la Scozia sia un luogo piuttosto misterioso: il mostro di Lochness docet.
Di certo il direttore dell’associazione ambientalista ha commentato:
“I nostri ragazzi non riuscivano a credere ai loro occhi. All’inizio hanno pensato che fosse solo una cassa di legno, ma poi hanno visto la struttura in ferro e le corde”.
L’unica cosa che manca al nostro “pachiderma musicale” è la tastiera.
Forse un handicap voluto, forse no.
Ad alimentare il mistero, il rebus della cassetta di biscotti depositata sotto il pianoforte.
Come lo tradurreste?
Marco Chiodi
Fonte: Montagna tv
Mistero già risolto.
18 maggio 2006
Scozia, Kenneth Campbell, trentacinque anni fa lo caricò in spalla fino alla cima del Ben Nevis.
“Raccoglievamo fondi”
Pianoforte in montagna, risolto il mistero
“L’ho portato per entrare nel Guinness”
Londra.
Il mistero del pianoforte abbandonato sulla più alta montagna della Gran Bretagna è risolto.
Antefatto: due giorni or sono una squadra di ecologisti è arrivata in cima al Ben Nevis, 1300 metri di altitudine, in una delle più impervie e selvagge regioni della Scozia, con l’obiettivo di ripulirne la sommità dai detriti lasciati da scalatori e gitanti.
Con loro grande sorpresa, i volontari hanno trovato, semisepolto da sassi e sterpi, un pianoforte in quasi perfette condizioni.
Chi ce lo aveva portato? Era caduto a un elicotterista distratto? Forse era volato fin lassù grazie a un tornado? Era lo scherzo di qualche mattacchione?
Niente di tutto questo, la soluzione.
La soluzione, scoperta ieri da un paio di giornali, il Times e il Daily Mail di Londra, è ancora più fantasiosa.
Trentacinque anni or sono, un uomo si caricò il pianoforte sulle spalle e decise di scalare, con quel peso, la montagna più alta del regno. Gli ci vollero tre tentativi, ma alla fine riuscì nell’impresa, intrapresa un po’ per scommessa con se stesso, un po’ per beneficenza.
Ma giunto sulla vetta era così stanco da non avere la voglia, e la forza, di riportarsi lo strumento giù a valle. Così lo lasciò dov’era. Le intemperie, il vento, la natura, in tre decenni e mezzo lo avevano parzialmente occultato alla vista degli alpinisti della domenica.
Finché un’opera di pulizia non lo ha fatto riemergere.
“Deve trattarsi del mio pianoforte”, ha detto Kenneth Campbell, robusto taglialegna scozzese di 64 anni, quando ha appreso la notizia del misterioso ritrovamento.
E ha raccontato come andarono le cose.
Nel 1971, in cerca di un’idea per raccogliere fondi per un’associazione di cure contro il cancro, gli venne in mente di portare un piano sulla più alta montagna britannica, il Ben Nevis.
La prima volta salì fino a un terzo del cammino.
Mentre la seconda volta oltrepassò la metà del percorso.
La terza ce la fece ad arrivare in vetta: “Ma quasi mi ammazzai dalla fatica”, ricorda.
Realizzato l’obiettivo, strimpellò un motivetto nazionalistico scozzese, “Scotland the Brave” (Scozia la Coraggiosa), abbandonò lo strumento e tornò in basso.
L’impresa finì sul Guinness Book of Records.
I soldi raccolti andarono al Fund for Cancer Research, che per riconoscenza lo nominò governatore a vita.
Qualcuno si lamentò che, così facendo, il taglialegna aveva deturpato la bellezza naturale della montagna, cosicché un anno più tardi lui tornò in cima al Ben Nevis per andare a riprendere il piano.
Ma non lo trovò più, o perché aveva dimenticato il punto esatto in cui l’aveva lasciato, o perché neve, pioggia, tempeste lo avevano nascosto troppo bene (o perché, è anche questa un’ipotesi, non aveva alcuna intenzione di rifare una faticaccia simile, sia pure in discesa).
Viene da credere alla seconda ipotesi, tuttavia, perché 120 mila persone visitano ogni anno il Ben Nevis e nessuno aveva finora segnalato la presenza di un pianoforte.
Adesso gli ecologisti lo hanno riportato a valle, dove è stato distrutto.
Sarebbe stato più divertente scoprire che apparteneva al “pianista smemorato” apparso l’anno scorso bagnato fradicio su una spiaggia dell’Inghilterra del sud.
Ma quel pianista, come si è scoperto poi, non era veramente smemorato e nemmeno veramente un pianista.
Mentre il pianoforte del Ben Nevis era tutto vero: non avrebbero potuto apparire insieme nella stessa favola.
Fonte:repubblica.it