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I misteri del Duomo di Modena e l’osso del drago.

3 Min. lettura

I misteri del Duomo di Modena in Emilia Romagna

Il Duomo di Modena, che fa parte dell’Unesco, si affaccia su una piazza denominata Piazza Grande. E proprio dalla piazza è chiaramente visibile in esposizione all’esterno della cattedrale un osso gigantesco e ricurvo la cui tradizione modenese lo attribuisce ad un drago. A partire dal 1518 vi è la prima nota scritta che fa riferimento alla scoperta di questo osso definito di drago.

Probabilmente le ossa sono state rinvenute durante scavi effettuati presso il Duomo. Di quest’ osso voci di popolo ne narrano dell’esistenza da molto prima del 1518.

Per poter visionare l’ipotetico osso di drago è sufficiente individuare la statua di San Geminiano santo patrono della città di Modena. Dietro la statua, situata sopra la Porta Regia è conservato l‘osso di drago chiaramente visibile dal centro della piazza.

I misteri del Duomo di Modena in Emilia Romagna

I misteri del Duomo di Modena
Il duomo di Modena. Foto di Ermanno Ferrarini da Pixabay

In seguito la scoperta dell’ipotetico osso di drago i modenesi temevano che lo stesso potesse manifestarsi realmente alla popolazione. Una leggenda afferma che il ritrovamento di ossa sepolte è la causa del ritorno del proprietario delle ossa stesse.

Il drago poteva quindi rinascere ed arrivare nella città?

Non a caso la statua del santo protettore della città, San Geminiano, è posizionato nei pressi dell’osso. La statua si trova lì proprio per evitare che il drago si possa risvegliare e reclamare il suo osso.

Conclusioni:

La città di Modena nell’antichità era sommersa dal mare, quindi l’osso di drago è in realtà di un cetaceo. L’osso è stato attribuito ad una balena preistorica. Tutto l’Appennino modenese era sommerso dal mare infatti non è raro trovare conghiglie ed altre ossa attribuibili ad animali marini, anche in Piazza Grande a Modena.

Curiosità sul Duomo di Modena.

Il Duomo di Modena è una cattedrale ricca di mistero anche al suo esterno ed al suo interno. E’ possibile trovare la rappresentazione di mostri dell’epoca ad esempio vi è quella di un uomo a tre braccia, di una sirena a due code ed altre creature mostruose.

I mostri rappresentano i peccati dell’uomo da cui si deve salvare.

Il mistero di Re artù raffigurato in bassorilievo sulla Porta della Peschiera.

Questa rappresentazione risulta essere una delle più antiche dell’Italia all’inizio del XII secolo. Il mistero in questo caso è che secondo gli storici il periodo in cui è stata realizzata l’opera.

Il periodo della realizzazione non coincide con le cronache dello storico e scrittore britannico Goffredo di Monmouth del 1138. Quindi non è chiaro se si tratti di Re Artù o Carlo Magno. Carlo Magno sopraggiunse a Modena nell’anno 774.

La tomba misteriosa nella cripta della cattedrale

Nella cripta del Duomo di Modena vi è una lapide di una donna di origine tedesca nota come lapide di Gundeberga. La donna è deceduta il 12 giugno dell’anno 570 e le incisioni sulla lapide sono ormai consumate e non più comprensibili. Questa donna è l’unica persona non ecclesiastica che si trova nella cripta della cattedrale modenese.

Riguardo questa lapide sono state fatte delle supposizioni alquanto bizzarre, ovvero che possa trattarsi di una lapide posta tra in un portale spazio temporale. La cripta stessa è stata definita come una sorta di portale tra due mondi.

Il mistero della lapide di Gundeberga ruota attorno alla dicitura dell’anno 570 d.c. Inserire la dicitura dell’anno ed i nominativi dei consoli, del monarca e dell’ imperatore, come sulla lapide in questione, presenti in quel momento storico era usanza dell’antica Roma che in quel periodo storico era però già non più esistente dal 22 agosto del 476 d.c.

Quindi com’era possibile che questa dicitura fosse presente sulla lapide?

La donna forse non era di questo mondo?

Il mistero della donna con 42 figli.

Tra i vari “mostri” scolpiti all’esterno del Duomo vi è un uomo bisessuato noto come Potta di Modena. Si tratta di una donna o un ermafrodito che ebbe 42 figli di nome Antonia. Il mistero di Antonia è nelle tempistiche delle gravidanze, la vita all’epoca era molto più breve e questa persona sarebbe stata esageratamente longeva.

L’aspettativa di vita si aggirava sui 27 anni, raramente le persone giungevano in vita fino ai 50 anni. La causa della morte era spesso dovuta a malattie dentali, deformazioni ossee, diete alimentari scorrette e sovrafollamento nelle insicure e poco igieniche abitazioni.

L’indiano raffigurato nel Duomo.

Un ulteriore mistero nel Duomo è dato dalla raffigurazione di un uomo dai capelli lunghi e barba e dai tratti orientaleggianti tipicamente indiani. L’uomo sembra stia praticando una posizione ben precisa della disciplina nota come yoga.

Ma com’era possibile che i modenesi avessero contatti con la civiltà indiana tramite i mezzi di trasporto dell’epoca? Questa non è l’unica raffigurazione in bassorilievo nota anche come metope che raffigura paesi molto lontani dall’Italia.

Conclusioni:

Questi sono solo alcuni dei misteri che circondano il Duomo di Modena, la cattedrale ne nasconde altri.

Curiosità:

Leggi l’articolo sul drago Magalasso a Spilamberto di Modena, Emilia Romagna.

Leggi l’articolo sulle cascate del Bucamante a Serramazzoni di Modena.

La casa dalle cento finestre a Modena, Emilia Romagna

Approfondimenti:

Visita la sezione sulle strane creature in Italia e nel mondo.

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